Generazione di fenomeni

Allora,

fondamentalmente a quella cena non ci volevi andare. Fondamentalmente, però, non avevi scelta. Fai chilometri su chilometri, pensando a una scusa verosimile da utilizzare per una fuga anzitempo.  Siedi al tavolo più lontano dal centro dell’attenzione, un pilastro di cemento armato ti divide dal resto degli invitati. Potrebbero tranquillamente anche scordare di servirti.

-Oh, ma almeno qui si mangia bene

 

Lo ripeti da due giorni per convincerti e convincere la tua fidanzatina. Lei ha accettato solo in cambio di un raid prepotente da Zara. Hai ceduto, da solo sarebbe stata una prova insormontabile questo banchetto dove tutti si danno grandi pacche sulle spalle e tu non puoi neanche esagerare con il vino.

Bene. Sei comodamente seduto in tavolo vuoto. Tu e lei, intorno sei posti liberi. Amen. Niente. Eccole che arrivano, la versione giovane e meno talentuosa di Serena Grandi e una sofisticata finto disinvolta con bauletto al polso. Capello alla moda una, sorvoliamo sull’altra, un flashback anni Novanta, una mignon di Serena Grandi appunto.

– Ciao.

Provi, del resto sei più grande, sei l’unico uomo al tavolo. Non hai risposte degne del nome, se non un sussurrato ‘sera. Incerte se darti del tu o del lei. L’imbarazzo lo superano subito, iniziando a smanettare con i cellulari. Tu, alla fine, ti giri dall’altra parte e che peste le colga.

Sei una persona per bene. Provi con una timida offerta di vino

– Posso?

-Sono astemia

-Flagellati

Bene, del resto è chiaro che sei parte della festa, ma solo per sbaglio. Forse, chi ti ha invitato pretenderebbe pure che tu gli fossi grato perché ti ha  concesso di essere parte del tutto. Ma tu non ci volevi neanche venire. E allora qualcosa non torna. Quel qualcosa lo cerchi nei taglioni al tartufo e di trovarlo non te ne frega niente. La serata è cinquanta sfumature di marrone, ti divertivi più alla lezione di fisica alla quinta ora in quarto superiore.

Bene, mangi e consoli così quella martire che hai portato con te. Ma la fatality è in agguato

– Oh sciao (sta protomiciona semi minorenne), sì, no tutto bene. Mangiamo

Ci vorresti provare, ma inevitabilmente sei coinvolto nella conversazione e nelle allusive occhiate tra amichette

– Eeeeh, speriamo di fini’ presto. Sì, sì. No, qualche giovane c’è

Eccolo, il maschio latino che teme sempre che qualcuno possa insidiare la sua amata. O che la sua amata abbia il contegno di una tenutaria di bordello

– Sì, qualche giovane c’è. Sì, al tavolo dall’altra parte della sala

La tua fidanzatina sta per scattare in piedi, schiuma odio e desiderio di vendetta, tremenda vendetta. Tu tossisci e riesci a bloccarla. Loro non capiscono, non sanno cosa hanno rischiato. Serviranno ancora degli anni.

Talent scout..ovvero il Boy Scout di talento

Maledetti malanni di stagione!! Incredibile ma ti ritrovi, come se fossi già una persona matura, a maledire il tuo raffreddore debilitante perché non puoi andare al lavoro!!

Una volta saresti stato fiero del tuo naso chiuso e avresti approfittato per rimanere a casa a fare scorpacciata di cartoni animati o telefilm meravigliosi…adesso no!! Questo non è più possibile…lasciamo da parte il senso di responsabilità, lasciamo da parte il fatto che ora un raffreddore è assimilato dal tuo fisico peggio del rinculo di Hiroshima e lasciamo anche stare che i pokemon o derivati non hanno lo stesso appeal che avevano i cartoons della tua era, il fatto è che ora non puoi permetterti di accendere la televisione senza imbatterti in un talent…tra un po’ ne fanno uno anche per smacchiare i panda!!

 La cosa peggiore poi è quando esci per strada, quando ti imbatti in persone che pensano realmente che con un po’ di fortuna magari possono riuscire a sfondare!! Poveri, ancora attaccati alla meritocrazia..almeno tempo fa eravamo tutti convinti che per fare carriera bisognasse darla a qualcuno di importante come se non ci fosse un domani…che le cose ora siano cambiate???

 lasciamo perdere questo discorso e soffermiamoci sul branco di cantanti novelli che non vedono l’ora di mettersi l’ipod alle orecchie per far finta di canticchiare mentre invece stanno provando quella canzone da settimane solo per imbattersi in qualcuno “casualmente” ed esibirsi in un improbabile vocalizzo…poverini..!!

 tra le canzoni più gettonate c’è “killing me softly” cantata da Lauryn Hill con tutti i suoi vocalizzi, seguita da tutto quello che si può definire Soul..li vedi camminare assorti nelle loro cuffie (grandi o piccole è uguale) e non appena incrociano lo sguardo partono con uno sha la la llaaa da fare invidia ai gosphel di Umbria Jazz, più li guardi e ti viene da ridere e più loro esagerano!!

 Perché il cantante da talent è nato per lottare, perché lui non si cura degli altri, lui è perfettamente consapevole del suo valore, del suo talento…il cantante da talent è pronto a sudare, soffrire e fare sacrifici, è pronto a lavorare duro per raggiungere il successo… quasi come un lavoratore dell’Anas dentro una galleria in piena notte..!!

frase del giorno: “caro già fatto?” “scusami amore, ma sento che posso fare di più, è nelle mie corde..!!”

Fenomenologia del reparto surgelati

La drammatica invenzione dell’apertura domenicale ti espone, almeno tre volte al mese, al fatale rischio dell’avventurosa mischia lungo la corsia dei surgelati. Preferiresti lavorare sempre, non mangiare, non dormire per settimane intere piuttosto che prendere la moneta da un euro dalla tasca dei pantaloni per avere a disposizione il tuo carrello. Preferiresti fare il cambio di stagione ogni giorno, forse.

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Lo vuole un gratta e vinci?

…la giornata non si prospetta delle migliori, per il solo fatto che è il tuo ultimo giorno di ferie e davanti a te ci sono solamente millecinquecento chilometri da affrontare conscio del fatto che non sarai l’unico ad essere in macchina…

“passa il tempo, ma noi no” e tutto sembra filare liscio, anche i primi 23 chilometri di coda scorrono sereni quando si è alle prese con dei simpatici compagnoni a cui basta poco per sollevare l’umore…ci manca solo il gioco delle targhe e la lettura ad alta voce de “il libro dei giochi da fare in viaggio” per essere davvero tornati ragazzini quando bastava un saluto dal finestrino di un’altra macchina per far passare mezz’ora di allegria. Anche la musica ti aiuta: non trovi solo strimpellate tirolesi tra le stazioni radio, ma ti sorprendi nell’udire cose perfino ricercate…nulla di teenager, solo classici e perle d’altri tempi ovviamente!!

Prima o poi doveva succedere…lo sapevi fin dalla prima volta, è normale: hai preso solo un “kartoffen” tedesco con cioccolato prima di partire!! Hai fame maledizione…chi glielo dice ora allo stomaco che anche altre quattordicimila persone avranno la tua stessa sensazione…

Parcheggio: selvaggio, sopra la famiglia partenopea che lecca ciotole di plastica unte dalla bandiera e dal pollo fritto portato da casa. Sosta ai box: Le cirque du soleil cerca di ingaggiarti dopo aver visto come ti districhi tra i compagni del bagno a muro. Fermino sullo stomaco: Rustichella o Apollo fa lo stesso, da quando il bufalino è introvabile la sosta non ha più lo stesso sapore.. Rifornimento: mi può riempire anche queste bottigliette di acqua rimaste in macchina? nel caso non arrivassi fino a casa…

E’ proprio mentre mangi voracemente il tuo fermino, dopo aver preso l’acqua da solo dal frigorifero come ti ha indicato la cassiera (dopo averti proposto 17 menù diversi…) che hai quell’attimo di tempo per fermarti ad osservare i tuoi “commensali”…

“Sono pazzi!!”..c’è la coppia affiatata, quelli che fanno tutto insieme, anche le due file di 40 minuti ciascuna per pagare e poi ritirare il panino, perché dividersi per guadagnare tempo?..ci sono i gitanti, sovraeccitati dallo sgranchimento muscolare che starnazzano e si chiamano da una parte all’altra dello scaffale del cioccolato…c”è anche il viaggiatore solitario, quello che entra gentile tanto non ha fretta ma che esce bisbigliando improperi contro la settima pistata di piede..laggiù, tra i tavoli più scomodi del mondo, c’è anche la famiglia “felice”, quella che il padre fa la fila e la mamma raccoglie i bimbi da per terra mentre cercano di accaparrarsi l’ultimo pacco di Grisby rimasto!! Thò..anche un camionista, frega un ciufolo a lui se ci sono altre persone al bagno, deve farsi la barba!!poco importa se lo stile ciabatta aperta e canotta su pantaloncino macchiato non si addice a quel luogo così elegante…

Ma soprattutto ci sono loro..ultimi temerari dell’autostrada, gli irriducibili del viaggio rilassante..quando arrivano non si tengono per mano, si spalleggiano per non cadere!! “Cavolo sono pesanti queste porte moderne!” ..esausti però riescono ad entrare, si mettono in fila, almeno fino a quando non decidono di cercare la pole position e saltare tutti…”forse avranno fretta davvero”, ma lo pensi solo un attimo, poi ti scontri con la ricerca della monetina nel portamonete a clip…te lo chiedi almeno una volta..”cosa avranno preso?”…Ovviamente lui, l’inconfondibile, il non plus ultra della sosta pranzo…il muffin al cioccolato!!

Ammettiamolo!! L’anziano in Autogrill è quanto di più sfortunato ti possa accadere al rientro dalle ferie!!Imperturbabile fino all’uscita in retromarcia sfrizionando 35 secondi prima di maledire il prossimo perché impaziente…”se ne va”, anzi no…ancora un attimo per riprendere la cintura di sicurezza incastrata fuori dallo sportello….

frase del giorno: Il trauma del rientro in ufficio è solo la dura conseguenza di quello da sosta in pieno bollino rosso…

 

 

ansia da post-azione

Torni di nuovo indietro verso i tuoi 15 anni, quando camminando lungo il corridoio della scuola, attento a non subire le “marachelle” (poi definite atti di nonnismo) degli alunni veterani, riesci anche a sbirciare le ragazze delle altre classi. Vai cercando proprio lei, ma anche un’altra andrebbe bene che tanto a quell’età l’asticella della selezione è sempre stata un po’ più bassa!! Continue reading

Inconfondibile

È un attimo. Basta poco e non sei più nel 2013. Corri indietro veloce veloce agli inizi degli anni Novanta. Nevermind dei Nirvana non è ancora arrivato in Italia o se è arrivato tu non lo hai ancora incontrato. La radio, dalla camera dei tuoi amici, manda Luca Carboni a palla. «Mare, mare, mare, ma che voglia di arrivare….». http://http://youtu.be/YqT9QIMezuI

E tu sei in montagna, soggiorno estivo con il Comune, al monte Amiata, primo turno. Il Philips con decorazioni pre graffitare ha ben due piastre, ci puoi doppiare le cassettine che è un piacere. Nella camera vicino alla tua – tu sei così fortunato da dividere il letto a castello con un futuro dj di successo, ma anche la stanza con l’animatore-guardiano del faro – c’è un giovane superdotato che viene costretto a fare il fenomeno dai suoi compari, nell’altra, come detto, il Philips a manetta che ti tiene compagnia tra un’escursione e la doccia pre cena. Poi la sera, belli miei, si balla nella discoteca dell’hotel. C’è quella lì che ti piace tanto, si avvicina a qualcosa tipo la più bella della scuola. Pensa che ti dà anche spago, ma quanto è faticoso catturare la sua attenzione. Sai che non avrai speranze, inizi a conoscere presto il significato di “profumiera”. Ma quando la stringi per ballare Vasco Rossi quasi ti commuovi. Sarà colpa dei pantaloni che tirano proprio lì.

Quanti ricordi, quante risate, quante canzoni. Ma è soprattutto quella cosa lì che ti ricorda quei quindici giorni che ti hanno guidato alla scoperta di quel problema mensile che hanno le ragazze, alla possibilità di usare la lingua per altri scopi, all’esibizione di virilità notturna. Quanto tempo è passato? I Nirvana hanno fatto altri dischi, Cobain si è ucciso, Carboni sta bene, avrà comprato, forse, anche un’altra moto, usata ma tenuta bene.

Quella cosa lì arriva con i passi pesanti di un tuo collega, ti si insinua nella mente e nel cuore. Inconfondibile, riconoscibile ovunque. Come potresti sbagliare? Ah, Malizia uomo verde spray quanto mi sei mancato.