È un attimo. Basta poco e non sei più nel 2013. Corri indietro veloce veloce agli inizi degli anni Novanta. Nevermind dei Nirvana non è ancora arrivato in Italia o se è arrivato tu non lo hai ancora incontrato. La radio, dalla camera dei tuoi amici, manda Luca Carboni a palla. «Mare, mare, mare, ma che voglia di arrivare….». http://http://youtu.be/YqT9QIMezuI
E tu sei in montagna, soggiorno estivo con il Comune, al monte Amiata, primo turno. Il Philips con decorazioni pre graffitare ha ben due piastre, ci puoi doppiare le cassettine che è un piacere. Nella camera vicino alla tua – tu sei così fortunato da dividere il letto a castello con un futuro dj di successo, ma anche la stanza con l’animatore-guardiano del faro – c’è un giovane superdotato che viene costretto a fare il fenomeno dai suoi compari, nell’altra, come detto, il Philips a manetta che ti tiene compagnia tra un’escursione e la doccia pre cena. Poi la sera, belli miei, si balla nella discoteca dell’hotel. C’è quella lì che ti piace tanto, si avvicina a qualcosa tipo la più bella della scuola. Pensa che ti dà anche spago, ma quanto è faticoso catturare la sua attenzione. Sai che non avrai speranze, inizi a conoscere presto il significato di “profumiera”. Ma quando la stringi per ballare Vasco Rossi quasi ti commuovi. Sarà colpa dei pantaloni che tirano proprio lì.
Quanti ricordi, quante risate, quante canzoni. Ma è soprattutto quella cosa lì che ti ricorda quei quindici giorni che ti hanno guidato alla scoperta di quel problema mensile che hanno le ragazze, alla possibilità di usare la lingua per altri scopi, all’esibizione di virilità notturna. Quanto tempo è passato? I Nirvana hanno fatto altri dischi, Cobain si è ucciso, Carboni sta bene, avrà comprato, forse, anche un’altra moto, usata ma tenuta bene.
Quella cosa lì arriva con i passi pesanti di un tuo collega, ti si insinua nella mente e nel cuore. Inconfondibile, riconoscibile ovunque. Come potresti sbagliare? Ah, Malizia uomo verde spray quanto mi sei mancato.