Vita da EXPO – capitolo primo

treno expo-2Mai come in questo periodo apprezzo la mitica canzoncina fantozziana: “Sveglia e caffè, barba e bidet, svelto che perdi il tram….”

Ormai sono 3 mesi di Expo e tra le tante, tantissime cose che rimarranno di questa esperienza c’è sicuramente l’essere stato trapiantato nella vita da metropoli, proprio io che per andare la lavoro normalmente impiego da 6 agli 8 minuti netti.

Il trauma non è la sveglia di buon’ora, in fondo esistono persone che si destano ben prima delle 7,10… non è nemmeno il fatto di aprire gli occhi e trovarsi in una casa non tua, alla fine ci fai tranquillamente l’abitudine… il problema vero è tutto quello che accade dopo aver chiuso la porta di casa!!

Cuffie, auricolari, vivavoci (plurale), tutti intenti col telefono in mano a fare chissà che cosa, tutti indaffarati a discutere, parlare spiegare, ascoltare musica, giocare…mah…io mi sono svegliato veramente da poco e ancora riesco solamente ad essere concentrato su come mettere un piede davanti all’altro sperando di riuscire a camminare..

“Ma ti muoviiiiiii?!”.. non ti accorgi che è arrivato il treno, quello tuo, proprio quello che tu per la prima volta stai prendendo per andare a lavorare, e subito una signora agguerritissima inizia a sbuffare ed inveirti contro. Non si sono ancora aperte le porte e già ti mette pressione per entrare…non ne capisci realmente il motivo, Tu, ragazzo di paese che prende la macchina come unico mezzo di locomozione..

Poi le porte si aprono…distrattamente ti accorgi che dietro di te c’è mezza curva Sud dello stadio Olimpico che preme alle spalle dopo un goal di Totti..”Mind the gap ed è fatta” pensi scioccamente..

Un muro umano: quello che divide la tua sopravvivenza dall’esercito di indemoniati dietro di te. E’ praticamente impossibile salire, scolaresche, pendolari, turisti, e dormienti in piedi…manca solo qualcuno che si fa la barba e poi ci sono davvero tutti…ti guardano..”e adesso come sali? Come pensi di farci stringere un altro po’..?” …sudi, schiumi, “non posso morire per salire su un treno.:”

Sei nella terra di mezzo: il gradino del vagone. Quello limbo di metallo tra la calca immobile e pressata del vagone e quella indemoniata spingente alle tue spalle…non lo sai come riesci ad entrare, sai solo che in 7 secondi netti salgono altre 54 persone nel vagone e non ne scende nemmeno una. Ti ritrovi nel mezzo e non puoi fare a meno di pensare…”e adesso come diavolo scendo?” Ti guardi intorno cercando di capire quale è la tua fermata, vorresti chiedere a qualcuno ma sono tutti con lo sguardo basso…sembra di essere in ascensore con mille sconosciuti.

Il viaggio dura pochissimo per fortuna. Sei appoggiato all’ascella del capellone al tuo fianco, per lui tutto normale sembrerebbe, tu invece soffri un “pochino” la sua sudorazione mattutina.

Sibilo e frenata improvvisa!! Da piccolo la mamma ti ha insegnato a tenerti quando il treno si ferma perché potresti cadere..tutte baggianate!! Non ti muovi di un millimetro anche se sei lontanissimo dai sostegni, senti solo la pressione della borsa del ragazzo alla tua sinistra premere sul costato. I piedi non toccano terra ma stranamente sei sospeso…

La folla però ti conosce bene, ha studiato le tue mosse ed ha già capito dal tuo movimento di pupille che la tua fermata è la prossima..stavolta sono tutti gentili, forse perché uno in meno sul vagone è vitale per tutti..Ti ritrovi fuori, sulla banchina, il treno è già ripartito e ancora stai pensando a come hai fatto a scendere.

Lo credo che sono tutti nervosi qui in metropoli…sono in piedi da 35 minuti e già ho preso 100 insulti, 3 spintoni e 2 ginocchiate altezza femore…domattina mi sveglio prima, forse ho semplicemente preso quello dell’orario di punta!!

frase del giorno: siamo arrivati? Quanto manca? E adesso? Siamo arrivati?

La pipì in fila

E’ Sabato, è normale che l’unica cosa da fare è riprendersi dai postumi di un venerdì sera scoppiettante..unico particolare che ti sfugge è il motivo per cui ti trovi ad alzarti alle ore 3.40 del mattino quando tutti a quell’ora rientrano a casa…”ah già, io adoro il mio lavoro e sto diventando ricco facendo qualcosa che mi diverte”.

Il viaggio comunque sembra partire bene, nessuno in ritardo, tempo soddisfacente e musica di sottofondo. I tuoi compagni di viaggio (ben 6, neanche guidassi il furgoncino che li accompagna a scuola) cercano di  farti forza millantando la NON necessità che anche loro hanno di fare serata, che alla fine se si lavora…, che una volta ogni tanto non c’è problema…”sono le 4.10 e se per favore potete fare silenzio!!”

Al km 21 dell’autostrada del sole, lungo il famigerato tratto di Barberino del Mugello ecco farsi avanti le prime allucinazioni dovute alle poche ore di sonno: “rallenta che c’è una busta enorme in mezzo alla strada”, poi schivandola in tutta la sua stabilità ti rendi conto che si tratta solamente di un meraviglioso lavandino in ceramica appoggiato in corsia di sorpasso. Il fatto che al tuo fianco ci fosse un camion a 8 ruote è solamente un dettaglio…

Finalmente arrivati, freschi come le rose ci aspettano solamente 600 giovani rampanti pronti per essere selezionati. Dal “parlami del teorema di Pitagora applicato all’evoluzione umana” fino al “Dimmi quello che vuoi basta che fai veloce”: ecco come sono cambiate le domande mano a mano che si faceva sera..

Si prospettano solo 5 ore fino a casa, va a finire che riusciamo anche a mangiare 2 Fattoria e un Bufalino (anche perché su quello nuovo non ci mettono la rucola..).

Canzoni, amarcord della gita della seconda media, succhi di frutta e crostatine regnano sovrane all’interno del furgoncino dei lavoratori incalliti fino al Beep Beep Beep – Guasto Motore!! Alle 23.01 il Cruscotto decide di comunicare e di far parte della combriccola, è solo una avvisaglia del Travel Hope.

Sosta in piazzola, preghiera generale con bestemmie dei meno credenti, pacche sulle spalle e sostentamento di gruppo. “si riaccende e sembra a posto, ci è andata di lusso tanto da qui in avanti è discesa” ..l’ironia dilaga, chiaro sintomo di stanchezza!!

Non fai in tempo a smaltire il vuoto d’aria che si è creato dallo spavento ed ecco una paletta..non ti fermano tranquillo, ti fanno solo uscire dall’autostrada!! i 20 Km lungo l’appennino sembrano infiniti…ma a quest’ora chi vuoi che ci sia per strada.

“Frena che vedo un semaforo, deve esserci una galleria a senso unico alternato”..l’accuratezza con la quale è stato spiegato il rallentamento  ha tranquillizzato la truppa, poi ti rendi conto che il rosso fisso in lontananza è solamente il riflesso di 300 macchine in coda davanti a te..Il problema non è il senso unico alternato, il guaio è vedere una galleria…ma è stanco e stavolta gli è permesso!!

Quando pensi che ormai non ci sia più nulla da fare, quando realmente credi che non rimanga altro che rassegnarsi alla nottata con Isoradio, ti rendi conto di cosa vuol dire fare il viaggio con 4 donne: il nulla oltre la siepe, il nulla nemmeno prima della siepe, solo camionisti vogliosi che fanno commenti sulle guidatrici con il baracchino; anche l’ironia ormai se ne è andata, per sempre forse. Arrivati alle 2 di notte con 22 ore sul groppone, c’è solo una cosa che può uccidere un uomo alla guida appena ripartito dopo una fila chilometrica..”io dovrei fare pipì”…

Frase del giorno: Everyone do the birch for his ass (ognuno fa la frusta per il suo culo)